Perché si possa ricostruire l’iter logico seguito dalla Commissione nella fase di valutazione delle offerte e, conseguentemente, di attribuzione dei punteggi alle stesse, appare necessario quanto opportuno che i criteri di valutazione utilizzati siano il meno generici possibile.
Questo è quanto emerge dalla sentenza n. 1550 del TAR Lombardia del 19/06/2023 che, chiamata a pronunciarsi sul ricorso per l’annullamento di un provvedimento di aggiudicazione di una gara, ha affrontato la tematica relativa alla necessaria oggettività dei criteri di aggiudicazione.
Nella fattispecie, l’affidamento in questione era stato disposto sulla base di una griglia di valutazione predisposta dalla stazione appaltante che indicava in maniera troppo generica il criterio di assegnazione dei punteggi.
Da ciò ne era derivato che la società non aggiudicataria del servizio aveva proposto ricorso sollevando proprio la questione della non sufficiente specificità dei criteri sulla base dei quali era stato disposto l’affidamento ad altra società.
Nel richiamare abbondante giurisprudenza sul punto, tra cui anche alcune pronunce del Consiglio di Stato, il TAR Lombardia, accogliendo le eccezioni proposte dalla ricorrente, ha sottolineato che la scelta di ricorrere a criteri generali unitamente a “sub-criteri, sub- pesi e sub-punteggi” comporta la necessità che il giudizio sia affiancato dall’idoneità del voto numerico a “rappresentare l’iter logico seguito dalla Commissione” tale che lo stesso sia direttamente proporzionale al grado di specificazione dei criteri ad esso sottesi.
In assenza di un criterio di valutazione preciso e specifico, ribadiscono i Giudici Amministrativi, risulterebbe impossibile effettuare un confronto tra le varie offerte preciso, oggettivo e circostanziato.
Per tutte queste motivazioni il Tribunale Amministrativo della Lombardia ha accolto il ricorso ed ha annullato gli atti di affidamento del servizio.
